Gli anni Sessanta

A partire dal 1960, Elio Cerbella partecipa regolarmente alla Biennale d’Arte della Ceramica di Gubbio, manifestazione in forte ascesa in quel decennio, accanto ad artisti come Leoncillo, Caruso, Abbozzo. Alla prima edizione espone la scultura in ceramica Fiore preistorico, oggi conservata nella sua casa museo, accanto ad un Vaso preistorico (oggi in una collezione privata).

Fiore preistorico - scultura (1959)
Fiore preistorico – scultura (1959)

L’argilla è segnata da linee profonde, e la materia, corposa e disomogenea, sembra ribollire in forme primitive. Un’opera che fa pensare, come rileva Stefano Cerbella nella sua tesi di laurea su Elio Cerbella (1998, Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia), alla «ricerca che, in quegli stessi anni, stava conducendo un noto artista come Leoncillo Leonardi che nei suoi lavori di questo periodo esternerà, (…) il concetto di argilla in quanto terra, custode e interprete della storia dell’uomo».

Concorso internazionale Ceramica di Deruta (1962)
Concorso internazionale Ceramica di Deruta (1962)

Nel ’62, invece, vince il secondo premio assieme al fratello Tonino, con un gruppo di vasi in bucchero, esposti l’anno successivo anche alla XXVII Mostra internazionale di Firenze, dedicata alla ceramica. Sempre nel 1962 viene premiato anche al Concorso internazionale della Ceramica di Deruta, con un pannello informale quadrato, andato perduto.

Pannello astratto
Pannello astratto

Due anni dopo, ottiene alla Biennale d’Arte di Gubbio,  la segnalazione come miglior espositore umbro, nella sezione della ceramica artistica, con un pannello informale in argilla (oggi conservato nella casa museo), caratterizzato dall’accostamento di più forme impresse nella materia, come sezioni di un albero. In questi anni Cerbella utilizza linguaggi diversi, dando volti nuovi alla ceramica a seconda delle proprie esigenze espressive. E sperimenta composizioni diverse degli smalti, ottenendo colorazioni particolari e originali.

casa museo elio cerbella
Elio Cerbella con le Ruote 2014

Tra una manifestazione espositiva e l’altra, l’attività artistica di Cerbella subisce dei rallentamenti. Si dedica all’insegnamento in tutto il Centro Italia, e alla sperimentazione di nuove tecniche di produzione di oggetti in ceramica per la fabbrica, orientate a superare le consuetudini legate alla tradizione artigianale.
Nel 1966, in occasione della quarta edizione della Biennale, il ceramista sperimenta un nuovo linguaggio e si presenta con un’opera ispirata alla Pop Art: una installazione verticale con tre ruote che ricordano le forme del cerchione del camion Fiat OM. Un oggetto assolutamente comune che inserito in un contesto dirompente, gli vale la menzione come miglior artista eugubino.

Si tratta di un elemento modulare, estrapolato da un contesto di forme industriali, nuovo per la “poetica” di Cerbella ma che segna decisamente la produzione successiva. Sono infatti altri Moduli dell’artista, elementi non più statici come le “ruote” del 1966, ma dinamici e liberi, a vincere il primo premio della manifestazione eugubina nel 1968, sezione della ceramica come pura espressione d’arte. Moduli in ceramica cubici, bianchi, senza struttura portante, che potevano essere combinati tra loro in forme differenti. Il critico Giulio Carlo Argan, ospite della Biennale, apprezza l’opera e la definisce “arte libera”.

Moduli dall'alto
Moduli dall’alto

Un successo destinato a moltiplicarsi. Nello stesso anno i Moduli vincono il Premio Cervia Internazionale della Ceramica e il Premio Piccola Europa di Sassoferrato (li espone nella versione bianca e verde scuro, unico caso), e sono esposti a Gualdo Tadino e alla XIV Triennale di Milano.

<<indietro  –  avanti>>