
Elio Cerbella vuole assolutamente conoscere il pittore metafisico Giorgio De Chirico. Insegna già a Roma da qualche tempo, siamo intorno al 1960. Ogni mattina, prima di andare a scuola in zona Tiburtina, allunga la strada di svariati km e passa a piazza di Spagna per incontrarlo. De Chirico vive lì, in un palazzetto (oggi casa museo) con una grande terrazza all’ultimo piano. Ogni mattina il pittore vi si affaccia per ammirare Roma e dare da mangiare agli uccelli: Elio Cerbella, creativo e determinato, si fa venire in mente uno stratagemma per richiamarne l’attenzione. Passa sistematicamente sotto casa di De Chirico facendo il verso dell’uccello, anche piuttosto bene. Più volte, fino a quando De Chirico gli chiede: “ma tu chi sei?”.
Alla Triennale di Milano del 1968, Elio Cerbella invia alcuni moduli in ceramica (gli organizzatori li scambiano per opere in metallo, come riportato nel catalogo dell’esposizione), dislocati in aree diverse (parco Sempione e Seconda zona della mostra), uno schema per l’allestimento e un messaggio rivolto al pubblico della Triennale, in cui si invita a toccare i moduli per farli propri: “tutti potete trovare il vostro io” scrive Cerbella. Alcuni vengono rotti accidentalmente dai visitatori. Un giovane scrive a Elio per scusarsi dell’inconveniente e l’artista gli risponde: “grazie, tu hai davvero partecipato. Un po’ di pazzia ci vuole”. D’altro canto, quell’edizione, comincia in maniera un po’ insolita: “La XIV Triennale dedicata al tema del grande numero – si legge nel sito internet – avrebbe dovuto aprirsi nel maggio del 1968, ma fu occupata immediatamente, durante l’inaugurazione. Durante i giorni dell’occupazione gli allestimenti vennero gravemente danneggiati e in seguito solo in parte ricostruiti in modo da permettere una nuova apertura della Triennale al pubblico e alla stampa”.

Al palazzo delle Esposizioni di Roma, Cerbella espone in un paio di occasioni negli anni Sessanta. Grazie al successo riscosso da un’opera in ceramica che ha realizzato per una delle sedi del Ministero della Cutura all’Eur, viene invitato a una collettiva. Vi porta le Ballerine, un grande pannello in bucchero con danzatrici a rilievo e sfumature verderame realizzato qualche anno prima a Gubbio.
Fortunatamente, qualche tempo dopo, riesce a vendere l’opera a una cantante e attrice molto famosa, con ogni probabilità si tratta di Caterina Valente, italiana nata a Parigi, 18 milioni di dischi venduti in ogni parte del mondo. Con il ricavato, Cerbella paga il suo matrimonio con la signora Bianca nel ’62.